venerdì 30 novembre 2012

La commemorazione di Mario Rapisardi alla Biblioteca Civica di Catania: il video



Riportiamo il link alla pagina di Youtube  http://www.youtube.com/watch?v=OWJWBZnugJc   ove è il video con alcuni passi salienti della della lectio magistralis su "La figura umana e poetica del professore Mario Rapisardi" (1844-1912), nel centenario della morte, svoltasi nel refettorio piccolo delle Biblioteche riunite Civica e Ursino Recupero, Catania 23 novembre 2012, ore 17: la conferenza è stata anche di credito formativo per gli studenti della Facoltà di Lettere, co-organizzata dalla Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale, Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Catania, Fondazione Verga e Centro Culturale Paternò Tedeschi.
Santo Privitera, giornalista e scrittore nonché presidente del Centro culturale Paternò Tedeschi, introduce sulla personalità del Poeta catanese dell'Ottocento; Francesco Giordano, studioso rapisardiano e scrittore di storia patria, commemora il Vate parlando della illuminata sua opera e della grande importanza del personaggio nel XIX secolo, anche in riferimento alla Massoneria. Al centro Rita Carbonaro, direttrice della Biblioteca.
Sono anche intervenuti Francesco Mannino (Società di Storia Patria), Gabriella Alfieri (Fondazione Verga), Salvatore Camilleri (poeta e scrittore), che ha ricordato Rapisardi nelle alterne vicende che lo ebbero protagonista.
Sottofondi musicali: Beethoven, Sinfonia n 5 in do min, I tempo, diretta da Furtwàngler nel 1943; Mozart, Die Maurerfreude (la gioia massonica) k471, cantata.

Hanno scritto cronache della conferenza il quotidiano La Sicilia di Catania del 26 novembre 2012, il quale ha pubblicato il seguente testo:

Mario Rapisardi: i cimeli, la vita e la poetica
Si è tenuta il 23 novembre presso le Biblioteche Riunite "Civica e Ursino Recupero" l'iniziativa "La figura umana e poetica del Professore Mario Rapisardi", organizzata dalla Società di storia patria per la Sicilia orientale, con la collaborazione del Dipartimento scienze umanistiche dell'Università di Catania, delle Biblioteche Riunite "Civica e Ursino Recupero", della Fondazione Verga, del Centro culturale "Vincenzo Paternò-Tedeschi". Nella mattina il pubblico ha potuto visitare il "Museo-Studiolo", di fronte la Biblioteca, dove sono custoditi i cimeli rapisardiani. Nel pomeriggio nel Refettorio Piccolo dei Benedettini, l'iniziativa è stata aperta dai saluti della dott. Carbonaro, direttrice della Biblioteca stessa, e del dott. Mannino, membro della Società. La prof. Alfieri, presidente del Consiglio scientifico della Fondazione Verga, ha detto di ritenere indispensabile il procedere sulla strada dello studio e dell'approfondimento degli intellettuali locali. L'iniziativa è proseguita in un gradevole alternarsi di interventi e di letture degli scritti di Mario Rapisardi, curate dagli attori Orazio Aricò e Marta Limoli. Così l'introduzione del dott. Santo Privitera, anche a nome del Centro Culturale "Vincenzo Paternò-Tedeschi", che ha sottolineato l'importanza di tale iniziativa nel contesto del centenario della scomparsa del poeta. Così anche l'intervento del prof. Salvatore Camilleri (poeta e scrittore), che ha messo in evidenza il nucleo del pensiero del maestro catanese. L'intervento del dott. Francesco Giordano ha concluso l'iniziativa, inquadrando Rapisardi nel suo tempo, quel fine secolo XIX e gli albori del nuovo, di cui tutto l'impegno culturale e sociale del poeta furono testimoni e ancora rappresentano un punto di vista illuminato e profondo dell'epoca.


nonchè il giornale online CtZen (http://ctzen.it/2012/11/23/mario-rapisardi-un-prof-prima-che-un-viale-dimenticato-per-damnatio-memoriae/), con una brillante e simpatica intervista a cura di Desireé Miranda:

Mario Rapisardi, un prof prima che un viale
 «Dimenticato per damnatio memoriae»

Di Desirée Miranda | 23 novembre 2012

Un evento per ricordare Mario Rapisardi, poeta e uomo di cultura nella Catania dell’Ottocento. Si terrà questo pomeriggio nel refettorio delle biblioteche riunite Ursino-Recupero, al monastero dei Benedettini, dove il professore Rapisardi ha insegnato per molto tempo. Bistrattato e dimenticato a lungo, per la maggior parte dei catanesi è solo uno dei viali cittadini, ma non per tutti. Vittima della critica e della sua timidezza, secondo gli studiosi o lo si ama o lo si odia

«La figura umana e poetica del professore Mario Rapisardi». È questo il titolo del convegno organizzato  dalla società di Storia patria per la Sicilia orientale nel refettorio piccolo delle Biblioteche riunite Civica e Ursino Recupero dell’ex Monastero dei Benedettini per questo pomeriggio alle 17. Un’occasione per ricordare «quello che fu definito il poeta della giustizia e della libertà da Edmondo De Amicis», come dice lo studioso rapisardiano Francesco Giordano. Un evento per parlarne in occasione delle celebrazioni per il centenario della sua morte. Sono trascorsi infatti cento anni dal 4 gennaio del 1912, ma se la sua Catania non lo ha ricordato adducendo motivazioni pecuniarie e molti dei suoi concittadini lo conoscono solo come uno dei più grandi e importanti viali cittadini, altri hanno deciso di organizzare una serie di eventi dedicati.

«Se non lo facciamo noi chi dovrebbe?», afferma Francesco Mannino, coordinatore dell’iniziativa. «La nostra associazione, che è centenaria, nasce proprio con lo scopo di occuparsi di cultura e studiosi locali», aggiunge. L’obiettivo è chiaro: rinnovare l’interesse per lo studioso, «importante perché è stato osservatore del nostro territorio e ci aiuta a capire cosa accadeva in una Catania non troppo remota», dice ancora Mannino.

«Troppo spesso è stato bistrattato o dimenticato volutamente – spiega Giordano – eppure nell’Ottocento era considerato uno dei più grandi pensatori e scrittori europeo», continua. Con l’inizio del nuovo secolo però tutta cambia per almeno due motivi secondo lo studioso rapisardiano che parla di damnatio memoriae: «Da una parte una sorta di complotto contro di lui in quanto repubblicano anche dopo l’unità d’Italia, quindi non ebbe il supporto della critica. Dall’altro era timido di carattere e soccombette al’’attacco sia di Giosuè Carducci che da Benedetto Croce supportati dalla critica».

E quale miglior luogo per parlare di Mario Rapisardi se non il monastero dei Benedettini? Qui ha insegnato per molti anni e c’è anche un museo dedicato e visitabile ogni mattina, in cui c’è tutto ciò che era presente nel suo studio. «O lo si ama o lo si odia – dice Rita Carbonaro, direttrice delle biblioteche riunite –  La sua anima aleggia nel Monastero e punisce i suoi detrattori», conclude.


Infine una immagine dei 'rapisardiani': da sinistra a destra, Francesco Giordano, Salvatore Camilleri, Marta Limoli, Orazio Aricò, Santo Privitera e Rita Carbonaro.




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