giovedì 12 agosto 2010

Sant’Euplio ricordato per la prima volta nel luogo del suo martirio: S.Messa nella piazza-cortile San Pantaleone a Catania







Come tutte le grandi e popolose città nel tempo della repubblica e poi dell’Impero di Roma, anche Catania ebbe la sua platea magna, la piazza grande ove si svolgevano i più importanti affari, s’ergeva il tempio, la Curia ove il senato civico riunivasi; ove s’apriano le botteghe importanti dei rinomati venditori, ove era l’erario, il carcere, la Basilica, i granai, le armerie, la zecca. Per almeno mille e cinquecento anni, fino alla conquista de’ Normanni, tale luogo –dispiace deludere i cultori di memorie artefatte, ma è così- non fu piazza del Duomo, laddove alcuni indotti strombazzano sia sempre stato il centro della città etnea, poiché sin dal 1091, per volere di Ruggero il Gran Conte s’innalza il tempio cristiano maior dedicato alla protomartire Agata, ma una oggi quasi anonima piazza (impropriamente dal secondo dopoguerra, la toponomastica la definisce cortile) appellata da secoli di San Pantaleone. Trovasi, in senso antiorario, di tra le vie Vittorio Emanuele, già strada reale o Corso, via SS.ma Trinità, via Garibaldi già strada Ferdinanda, via S.Giovanni, via Orfanelli e via Politi. In quella piazza a forma di parallelepipedo, disomogenea ed ornata di variegati edifizi sorti in maniera discontinua durante il XVIII e XIX secolo, in seguito al devastante terremoto del 1693 il quale distrusse tutto e costrinse alla rinascita settecentesca, era l’antico Foro romano, ovvero il cuore della città antica. Così il grande storico Francesco Ferrara: "Il Bolano dice che la fabbrica aveva la forma quadrata bislunga di 50 piedi. Mancava affatto il lato di occidente; quello a mezzogiorno mostrava ancora otto botteghe, quello ad oriente sette, quello di tramontana quattro. Oggi non restano che quelle ad oriente e tre a mezzogiorno attaccate alle prime ad angolo retto. Servono di moderne abitazioni, e formano all’intorno il cortile detto di S.Pantaleo. L’ordine inferiore è sotterra, del quale le scoverte si chiamano dal volgo le grotte di S.Pantaleo. Si osserva ancora un picciolo pavimento sotterraneo con due braccia opposte di scale che portavano nei diversi appartamenti, ed esistono due grandi archi, ora ripieni di moderna fabbrica che mostrano la robustezza, e la magnificenza dell’antica Piazza. Nel foro di Pompei sonosi trovati i resti di una fontana in mezzo, in quello di Catania vi colano ancora acque copiosissime che erano senza dubbio destinate allo stesso uso, onde il popolo lo crede un antico bagno, e con esso alcuni volgari scrittori" (In Storia di Catania sino alla fine del secolo XVIII, Catania 1829, pag. 308).
Nel Foro romano, i cui discavi furono iniziati dall’illuminato mecenate Principe Ignazio di Biscari, in qualità di Custode delle Antichità del Valdemone e Valdinoto, poi continuati dal medesimo abate Ferrara, che ebbe eguale incarico dal Re Ferdinando di Borbone, i quali ambienti visibili sono oggi –come documenta l’istantanea da noi scattata- lasciati, ad onta delle segnalazioni delle guide, nel più lercio abbandono dalla Sovrintendenza regionale ai Beni Archeologici di Catania (serrato da una porta di ferro sino a poche settimane fa inesistente, il cortile con gli avanzi è inaccessibile…), era la sede del Governatore romano: ivi il 12 agosto del 304, dopo un processo noto dagli Atti, venne martirizzato, perché orgogliosamente cristiano, il diacono catinense Euplo, ovvero Euplio. Sulla vicenda e le connessioni col vicino tempio dell’Ajuto, così come sul suo culto e la chiesa che nei paraggi sorgeva, leggasi il nostro intervento in questo blog riportato (http://letterecatinensi.blogspot.com/2010/05/santa-maria-dellaiuto-e-santeuplo-di.html).
La Chiesa di Catania è sempre attenta alle memorie antiche dei suoi illustri figli. Merito del Rettore del Santuario di S.Maria dell’Aiuto nonché Parroco, Mons. Carmelo Smedila, è stato l’undici agosto ricordare, per la prima volta nei luoghi del martirio, la vicenda umana e coraggiosa di codesto protomartire cristiano, nonché compatrono della città di Catania e protettore di Trevico, in quel di Avellino, ove sono serbate le spoglie (ivi si svolgono ogni anno grandi festeggiamenti per onorarne la memoria). Euplo è grandemente celebrato nel Cristianesimo ortodosso, che lo annovera tra i più antichi difensori della fede. E se per numerosi lustri le autorità catanesi –non il popolo, il quale ha sempre venerato con affetto uno dei suoi rappresentanti più sinceri: egli semplice cittadino, non sacerdote, rappresenta forse nell’ottica moderna meglio che jeri, la vivacità dell’etica dell’Unto di Galilea- hanno quasi dimenticato l’antico Santo (eccettuata la Messa che si celebra annualmente nella già prigione del martire, in piazza della Borsa), oggi tale lacuna è stata sanata, nella visione del recupero intelligente del comune passato, il quale costituisce enorme slancio per meglio vivere il presente, per massimamente costruire, con solide fondamenta, adoprando la calce dell’Amore, l’opus mixtum della Tolleranza e la cura della Fratellanza, il futuro. Ognuno di noi in tal senso fornisce il proprio contributo. Siamo pertanto lieti che anche questo blog abbia portato la sua levigata pietra a tale nobile scopo, ad maiorem Dei gloriam, della Theotokòs e del Santo Euplo.
Scrive il colto e noto studioso di temi religiosi prof. Antonino Blandini, sul quotidiano "La Sicilia" del 11 agosto 2010, nell'articolo titolato "Festa di S.Euplio, Messa della vigilia in piazza San Pantaleone": "Domani pomeriggio alle 18.30, il parroco-rettore del santuario Maria Santissima dell'Aiuto, celebrerà la s. messa vespertina nella vigilia della festa di sant'Euplio, diacono e martire catanese, compatrono principale della città e dell'arcidiocesi, in piazza San Pantaleone al Foro Romano (tra le vie Vittorio Emanuele, Santissima Trinità, Garibaldi e Orfanelli), 17 secoli fa la piazza cittadina più importante di Catania. Un'antichissima tradizione locale vi pone il sito in cui, la mattina di martedì 12 agosto 304, il giovane cristiano Euplio, dopo la condanna a morte da parte del correttore (governatore romano Calvisiano) e la traduzione in catene per le strade della città greco-romana con appeso al collo il libro dei Vangeli, motivo della sua condanna, fu decapitato davanti al popolo ivi convenuto. Il servizio liturgico sarà curato dal Collegio liturgico "Cardinale Giuseppe Francica Nava", diretto dal dr Piersanti Serrano e del quale S. Euplio, assieme a S. Agata, è l'eletto patrono. L'altare mobile per il sacrificio eucaristico sarà posto davanti ad una nuova edicola votiva di S. Euplio, contenente una piccola statua del venerato santo concittadino che sarà inaugurata per l'occasione ed è stata voluta dalla fervida devozione dei residenti di piazza San Pantaleone verso il grande martire della Chiesa antica delle persecuzioni anticristiane, che immolò la sua giovane vita per testimoniare la fedeltà a Cristo e al suo Vangelo. E' assai interessante considerare, come spiega Francesco Giordano in una delle "Lettere catinensi", che il Foro Romano in cui sarebbe avvenuta la decapitazione di Euplio corrisponderebbe all'attuale cortile San Pantaleo, dove anticamente era una chiesa a lui intitolata. Il corpo del martire sarebbe stato custodito a Catania fino al 975 e tempo dopo si venne a sapere che si trovava nella cattedrale della città di Trevico (Avellino), forse portato lì da un soldato normanno, originario dell'Irpinia al tempo della spedizione di Maniace nel tentativo di cacciare dall'Isola gli arabi. La contrada del Foro Romano dal IV al XV secolo divenne la Giudecca, il cui cuore era l'attuale via Pozzo Mulino, forse l'alveo dello Judicello (Amenano), delimitata da un pozzo a est e da un altro ad ovest. La chiesa sacramentale della contrada era intitolata a Santa Marina, già Sant'Anna dei Casalini, al cui ingresso si venerava un'icona della Madonna dell'Aiuto, nel 1641 traslata nella chiesa SS. Pietro e Paolo che assunse il nome della miracolosa immagine".
Al fine di illustrare la sacra cerimonia, inseriamo qui due brevi video -da noi girati- della S.Messa celebrata nella antica platea magna (in uno vi è la lettura del Vangelo di Luca, paragrafo delle beatitudini; nell’altro si narra il passaggio cruciale dell’interrogatorio del martire), ove la pietà del popolo ivi abitante ha deciso erigere una edicola votiva, altrimenti detta altarino, al Santo Euplo nella felice occasione. Si noti infine, che i paramenti di Mons.Smedila, il quale è da tempo promotore del culto delle patrie memorie, dai colori regolamentari secondo l'ufizio, sono anche quelli della bandiera della Sicilia. In tempi di rinnovato interesse per l’autonomismo, un particolare da far rilevare nel giusto modo.
(F.Gio)
Nota: Le istantanee ritraggono un frangente della S.Messa, l'ingresso -chiuso!- di alcuni resti del Foro romano, ed una immagine del Santo, gentilmente fornitaci dal prof.Blandini.