venerdì 21 maggio 2010

L'Archivio Storico Comunale digitalizza i Riveli di Catania


L'Archivio Storico Comunale di Catania ha di recente digitalizzato i Riveli, importantissimi per conoscere la nostra storia passata, già microfilmati dopo il funesto incendio del 1944. Per gentile concessione della Direttrice dott.ssa Marcella Minissale, coadiuvata dai solerti collaboratori, di seguito pubblichiamo la nota esplicativa. L'immagine documenta una pagina del memoriale del 1584.


L’Archivio Storico Comunale digitalizza i riveli di Catania


Nel dicembre del ’44, il rogo del Palazzo Municipale, appiccato durante un tumulto popolare, cagionò la perdita della preziosa e cospicua documentazione cittadina prodotta a partire dal secolo XV. Il professore Guido Libertini, allora presidente della Deputazione di Storia Patria, recatosi sui luoghi nel Gennaio del 1945, osservò che: alcuni pavimenti erano precipitati e, in altre stanze, i volumi rovesciatisi con i palchetti giacevano per terra allineati ma carbonizzati o ridotti dalle sopravvenute piogge a una poltiglia fangosa.
Dieci anni dopo, per ricercare ed acquisire - presso archivi, biblioteche e antiquari - documenti e pubblicazioni concernenti la storia amministrativa di Catania, già custoditi nel vulnerato archivio, il sindaco Luigi La Ferlita, insediò una Commissione per la ricostituzione dell’Archivio Storico Comunaler in cui si avvicendarono, sino al 1974, eminenti studiosi, quali Matteo Gaudioso, Carmelina Naselli, Vito Librando, Giuseppe Giarrizzo. Presso l’Archivio di Stato di Palermo, si diede avvio alla selezione e microfilmatura di documenti riguardanti Catania, tratti dai registri della Real Cancelleria di Sicilia, competente, fin dall’epoca normanna, in materia di apposizione del sigillo, registrazione e tassazione degli atti, attiva fino al 1819.
Nella seduta del 15.02.1962, su proposta del Prof. Giuseppe Giarrizzo, il Consesso deliberò, inoltre, la microfilmatura dei Riveli di Catania consistenti nelle dichiarazioni sulle ricchezze delle famiglie e delle città, affidandone l’incarico al Prof. Vincenzo Caldarella, che già stava curando la selezione, regestazione e riproduzione della Real Cancelleria.
L’ufficio preposto alla periodica indizione dei Riveli, fu il Tribunale del Real Patrimonio dal 1505 al 1682, quando la competenza passò alla Deputazione del Regno di Sicilia che proseguì i censimenti sino al 1800.
L’identificazione dei contribuenti e delle loro capacità reddituali fu, all’inizio del ‘500, uno dei problemi che il Vicereame di Sicilia - dipendente dalla monarchia spagnola impegnata in guerre imperialistiche e alle prese con un endemico deficit di bilancio- si trovò ad affrontare per una più equa e veritiera ripartizione del carico tributario.
Nel 1505, le "multi quereli" - avanzate nei Parlamenti del Regno, ove si contrattavano i Donativi regi - indussero l’amministrazione centrale spagnola a una cherca, sorta di censimento de li habitacioni e facultati del regno, secondo modalità che nel corso del secolo si sarebbero perfezionate rimanendo immutate per tutto l’antico regime. Risale al medesimo anno il più antico censimento siciliano, condotto sistematicamente, di cui pochissimo si conserva. In tale circostanza, si ottenne la pubblica lettura e correzione dei relativi risultati custoditi dal Mastro Notario di ciascuna Università.
Dovevano rivelare tanto le città, riguardo alla specie e valore dei beni mobili e immobili posseduti ed all’ammontare dei debiti e dei crediti che i capifamiglia tenuti, inoltre, a dichiarare nome, età, e relazione di parentela di persona convivente in ciascun fuoco (gruppo familiare).
Tale procedura fu minutamente prescritta dalle Istruzioni per la numerazione di anime e beni, date a Messina il 9 Aprile del 1548 (sesta indizione) dal vicerè Giovanni De Vega per conto della Cesarea et Cattolica Maestà dell’imperatore Carlo V, affinché: si numerassiro li fochi et discrivissero li facultà di tutti li cità et terri del preditto Regno per poterse reformare la taxia di li colletti et donativi regii ordinarij e straordinarij, a talchè ogni cità, terra et loco habbi di pagari la ratha che debitamenti si competixe su la sua facultà et di sgravarsi o quelli che per tal censo si trovassiro gravati.
L’incarico di provvedere a tale descrizione, per le varie località dell’Isola, spettava a ventidue personi di qualità integri e virtuosi, ciascuno coadiuvato da una persona religiosa e da uno scrivano. Costoro dovevano investigari et sapere lo numero di li fochi et la qualità et quantità della facultà de la università come di particolari, dove li tenino et in che consistino senza exceptione di persona alcuna conforme a quillo che per nostre istrutioni vi è ordinato, usando forma et espediente tale che se ni sappia la verità, di sorte che nixuno in tutto oy in parte li possa occultare maliziosamente nè celeratamente.
Agli incaricati doveva essere prestato ogni aiuto dalle autorità locali: comandamo a tutti et singuli illustri spettabili et magnifici marchesi, conti, baruni, gubernaturi, capitanei d’armi, capitanei ordinarij, iurati et qualsivoglia altri personi et officiali di li ditti cità et terri , magiuri et minuri, presenti … che vi digiano prestare ogne honore, ajuto, favore et obediencia et darvi loro brachio et exequiri vostri comandamenti tanti volti quanti è del modo per voi sarrà ordinato, et provedendovi gratis di posata (soggiorno) commoda et conveniente…."
Ogni capofamiglia doveva compilare sotto giuramento un memoriale con l’indicazione di tucti soi beni debiti et crediti cum la summa di quello che veramente valissiru e di quello che duvissiro dari et richipiri.
Ciascun Rivelo, dovendo riportare il nome l’età e la provenienza del capofamiglia, nonché quelli della moglie, dei figli e di conviventi consanguinei, affini e non consanguinei (quali servitori ed altri) rappresenta una preziosa fonte di ricerca per la storia demografica, economica e sociale dei comuni siciliani, e per la genealogia di molte celebri casate integrando o sostituendo altre informazioni contenute in raccolte documentarie lacunose, non più esistenti per calamità (terremoti, incendi), o comunque non consultabili.
Di recente l’Archivio Storico Comunale, consapevole della importanza dei microfilm posseduti, ha utilizzato i contributi regionali concessi dalla L. R n°66/1975 e già impiegati, per l’acquisto di attrezzature, per la rilegatura e il restauro di registri e antiche edizioni, per riversare su formato digitale i fotogrammi concernenti la serie Riveli di Catania per il periodo compreso tra il 1548 al 1753, non più visionabili per l’obsoleto formato dei microfilm e la vetustà del lettore stampatore.
Si è, inoltre, elaborato uno specifico software per l’indicizzazione e la ricerca dei fotogrammi, tramite vari criteri, quali l’anno, la tipologia, il numero di bobina originale e l’ufficio emanante: è, anche, possibile ingrandire, stampare o salvare il fotogramma od i fotogrammi che interessano lo studioso.
Gli archivi, per sopravvivere quale scrigno della memoria, devono guardare al futuro, accogliendo le variegate opportunità offerte dalle nuove tecnologie di conservazione e fruizione, pur se connesse a, talora, sofferti cambiamenti di metodo e prospettiva.
Si auspica, quindi, che, in un prossimo futuro, possa essere portata a compimento la meritoria opera, a suo tempo intrapresa dalla Commissione per ricucire lo strappo sofferto dalla memoria civica, completando la ricerca e selezione degli atti della Real Cancelleria riguardanti la città di Catania fino al 1819 nonché, il riversamento dei microfilm della stessa Cancelleria e dei Riveli posseduti dall’archivio.

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