giovedì 25 febbraio 2010

La poesia La piramide di Mario Rapisardi letta da Francesco Giordano

Presentiamo una video lettura della poesia La piramide, di Mario Rapisardi, dal volume "Poesie, prose e lettere postume di Mario Rapisardi", a cura di Lorenzo Vigo Fazio, in Torino 1930. La voce è di Francesco Giordano. Il sottofondo è la sonata n°32 in do minore op.111 di Ludwig Van Beethoven, il musicista prediletto del Vate catinense; al pianoforte Arturo Benedetti Michelangeli. La fotografia risale al 1902.

Nel 166° anniversario della nascita di Mario Rapisardi, un poemetto ed una poesia in prosa












In occasione del 166° anniversario della nascita di Mario Rapisardi, che cade oggi (egli nacque in Catania nella strada del Penninello, dietro piazza Stesicorea, il 25 febbrajo del 1844: ivi è una lapide), doniamo al lettore, nella forma originale in cui furono stampati, delle pagine di alcuni poco noti suoi componimenti: il poemetto "Il passaggio dell'Imperatore", qui riprodotto dalla edizione Giannotta del 1892 ("Empedocle ed altri versi"), poi versato nella edizione definitiva delle Opere di Sandron; e la poesia in prosa "Agli occhi di Mariuccia", dal volume "Prose, poesie e lettere postume" (del 1930) curato da Lorenzo Vigo Fazio, brillante cultore dell'opera rapisardiana nonché valente scrittore (moriva in Catania nel 1986, in via Piave; spirito libero, era mazziniano e frammassone: meritevolmente la sua biblioteca ed alcuni oggetti sono custoditi nella stanza Rapisardi delle Biblioteche riunite Civica ed U.Recupero di Catania). Il poemetto (riferito alla venuta in Catania, intorno al 1880, dello sfortunato Kaiser Federico Guglielmo III di Prussia) documenta la sensibilità umana e la tolleranza caritatevole, che furon sempre la bussola della poetica del Rapisardi; il componimento prosastico (la cui genesi è nelle note delle pagine), se non spicca per la sua originalità, testimonia nondimeno l'afflato paterno di un animo eccezionalmnte sensibile ai grandi sentimenti della vita.

venerdì 5 febbraio 2010

Lodi a Sant'Agata, Iside catinense, nel suo giorno di festa




"O Agata martire illustre, che coronasti, confortata da Dio, la tua innocenza colla porpora del martirio, tu che ti bei tra gli angeli, chiedi in pro di tutti la corona dell’immortalità.
O tu che all’ape desti di essere artefice di dolce liquore, vera medicina dei corpi, e al flugello, verme anch’esso, la tessile scienza, dà pure a me di ordire un inno che celebri i tuoi prodigi e le lodi dei tuoi vittoriosi atleti. Manda, o Verbo divino, a me il germe della grazia tua, perché anche dalla mia terra si elevino rigogliose le tue sublimi parole, ed io canti il valore di Agata tua, amante tua, torturata per te, anelante alla corona dell’immortalità".
Dall’Inno greco a Sant’Agata, in "Sant’Agata V.M. catanese", di G.Consoli, Catania 1951 vol.2, pag.94
 
"Tu sei santa, sei l’eterna salvezza del genere umano, sempre generosa nell’aiutare i mortali, tu dài alle sventure dei miseri il dolce affetto di una madre. Non v’è giorno o notte o momento, sia pur piccolo, che passi senza una tua grazia, senza che tu protegga gli uomini sulla terra e sul mare, senza che tu scacci le tempeste della vita porgendo la tua destra, salutare, che riordina le fila confuse inestricabilmente dal fato e mitiga le procelle della fortuna e impedisce il corso funesto delle stelle.
Cercherò comunque di fare quello solo che può fare un devoto, per altro povero: nel segreto del mio petto custodirò ed osserverò per sempre nascosto il tuo volto divino e la tua santissima potenza".
Dall’inno ad Iside di Apulejo di Madaura, ne Le Metamorfosi, libro XI capitolo 25.




(Le istantanee sono di F.G., scattate in piazza dei Martiri o della Statua, Catania, il 4 febbraio 2010, ore 11)